M1 fu scoperta nel 1731 da John Bevis. Nel 1758 fu classificata da Messier con il primo numero del suo catalogo e nel 1844 fu ribattezzata Nebulosa del Granchio da Lord Rosse, poiché notò che da essa partivano dei filamenti luminosi simili a tentacoli.
Soltanto in seguito però, si è stati in grado di associare questa nebulosa all'evento che l'ha generata: M1 infatti è il resto dell’esplosione di una supernova osservata da astronomi cinesi e giapponesi nel luglio del 1054 d.C.; l'evento fu così evidente da risultare visibile anche in pieno giorno per quasi un mese e poi iniziò ad affievolirsi fino a scomparire alla vista nei due anni successivi.
Tenuto conto della distanza alla quale è posta la nebulosa possiamo affermare che l'esplosione della supernova in realtà avvenne nel 5200 a.C.
Il materiale esploso si espande ancora nello spazio alla velocità di 1800 km/s. e oggi occupa una superficie di 6 a.l. di diametro.
Al centro della nebulosa si trova una pulsar (la pulsar del Granchio o PSR B0531+21) con un diametro stimato di 10 chilometri; questo oggetto emette a lunghezze d'onda radio e X con un periodo di 33 millesimi di secondo.
M1 è un oggetto interessante per binocoli e piccoli telescopi, nei quali appare come una tenue macchia ellittica; per poter cominciare ad osservare i suoi celebri filamenti occorrono però strumenti di almeno 200 mm. di apertura e l'utilizzo di un filtro nebulare.