N
La verticale condotta da un punto qualunque della superficie terrestre, ove si trova l'osservatore, incontra la sfera celeste in due punti opposti. Il nadir è quello che sta sotto l'orizzonte; l'altro che sta sopra è lo zenit.
Stella di piccola massa che al termine della sua evoluzione, esaurito il combustibile nucleare, collassa. La materia del core si trova in uno stato degenere; l'energia non viene più prodotta dalle reazioni nucleari nel centro della stella, ma in un guscio atmosferico che si raffredda lentamente, cosicché alla fine la nana bianca riduce grandemente la sua luminosità e si trasforma in una nana nera. La nana bianca, a seguito del collasso gravitazionale, raggiunge una dimensione tipicamente planetaria (poche migliaia di km di raggio) e una densità elevatissima. La prima nana bianca fu scoperta da A. Clark nel 1863: si trattava di Sirio B, la debole compagna di Sirio.
Oggetti celesti che all'osservazione appaiono come tenui sorgenti di luminosità diffusa oppure come macchie scure. Sono costituite da ammassi di gas frammisti a particelle di polveri. Sono talvolta associate ad ammassi stellari aperti; talvolta a singole stelle; talvolta invece si osservano isolate. La loro luminosità è dovuta sia a luce diffusa delle stelle vicine, e allora si parla di nebulose a riflessione, sia a luce emessa dal gas che le costituisce, eccitato dalla radiazione ultravioletta di stelle calde vicine, e allora si parla di nebulose ad eccitazione. Più spesso però sono presenti entrambi questi fenomeni. Infine nebulose oscure sono quegli aggregati di materia fredda e opaca che, nascondendo alla vista le stelle di fondo, appaiono come regioni scure, vuote di stelle. La composizione delle nebulose oscure non è in genere diversa da quelle luminose: la differenza consiste nell'assenza di stelle eccitatrici vicine. Nelle nebulose la densità della materia è maggiore che nel mezzo interstellare ma è comunque molto minore del vuoto più spinto ottenibile in un laboratorio terrestre.
Sono oggetti celesti che possiedono una massa più grande di quella di un pianeta, ma più piccola di 0,08 volte la massa del Sole, corrispondente a 70 masse gioviane e considerata la massa minima perché abbiano luogo le reazioni di fusione nucleare proprie delle stelle. Si formano, esattamente come le stelle, per il collasso gravitazionale di nubi di gas nello spazio.
L'energia che irradiano è dovuta alla loro lenta contrazione e sembrerebbero essere in grado di emettere una debole luce per un centinaio di milioni di anni circa, in conseguenza alla conversione di energia gravitazionale in calore.
Nei primi stadi della loro vita, la maggior parte delle nane brune in effetti genera un po' di energia grazie alla fusione del litio e del deuterio, elementi molto facili da fondere e che sono infatti assenti nelle stelle normali (che li bruciano immediatamente). La presenza del litio è quindi un forte indizio che un oggetto di piccola massa sia una nana bruna.
Le nane brune continuano a brillare nel rosso e soprattutto nell'infrarosso dopo che hanno finito il deuterio. Le atmosfere delle poche nane brune conosciute hanno temperature che variano da 2.300 a 700 °C. Tutte le nane brune si raffreddano nel tempo (non avendo altre fonti di energia) e lo fanno tanto più lentamente quanto maggiore è la loro massa.
II primo dei telescopi a riflessione, disegnato da I. Newton nel 1670. Consiste di uno specchio primario parabolico e di uno specchietto secondario ellittico piano che raccoglie il fascio convergente e lo riflette all'esterno del tubo in direzione perpendicolare all'asse ottico.